Territori di confine. La storia di Fiesse 

di Asola Segreta

Fiesse si trova all’estremità meridionale del territorio bresciano ed è confinante sia con la Provincia di Cremona sia con quella di Mantova, rendendola quindi una terra di confine per eccellenza.

Il nome del comune deriva dal latino “flexus” da intendersi come “piega di fiume” ed è dovuto alla sua posizione geografica poiché sorto su un’ampia ansa di un corso d'acqua, la roggia Gambara, sulla cui riva sinistra si distende il paese.

Il paese è menzionato per la prima volta nel 981 tra i possedimenti della potente abbazia di Leno, che durante il medioevo esercitava una forte influenza su tutta la zona. I laici che si misero al servizio dei monaci, formarono il primo villaggio e successivamente con la fine del periodo feudale i cittadini si organizzarono in libero comune.

Nel 1267 a Fiesse si rifugiò Buoso da Duera, signore di Cremona e personaggio della Divina Commedia di Dante. Buoso venne cacciato dalla sua città per essersi fatto corrompere con del denaro dai francesi ed averli aiutati ad attraversare il fiume Oglio, che invece avrebbe dovuto difendere. Dante lo ha posto nell’ultimo cerchio dell'Inferno tra i traditori della patria:

  • Malvagio traditor, che alla tua onta
  • lo porterò di te vere novelle.
  • Va via, rispose, e ciò che tu voi, conta:
  • Ma non tacer, se tu di qua entro eschi.
  • Di quel ch’ebbe or così la lingua pronta.
  • Ei piange qui l’argento de’ Franceschi:
  • Io vidi, potrai dir, quel da Duera
  • Là dove i peccatori stanno freschi. (Inf. XXXII, 116) 
Il traditore Buoso da Duera riconosciuto dai suoi concittadini al suo ritorno a Cremona, incisione del 1879
Il traditore Buoso da Duera riconosciuto dai suoi concittadini al suo ritorno a Cremona, incisione del 1879
Foto di Massimo Telò
Foto di Massimo Telò

Ma ci sono altri personaggi famosi legati a Fiesse. Nel piccolo paese, che oggi conta 2 mila abitanti, nacque nel 1840 Luigi Prignacchi, un valoroso che partecipò alla spedizione dei Mille di Garibaldi. Entrato poi nell’esercito con il grado di sottotenente disertò nel 1862 quando si trovava ad Ivrea (Provincia di Torino) per sparire poi in Francia. 

 

Il paese bresciano poi, nel corso dell'Ottocento, divenne località rinomata per la bachicoltura, ossia l'allevamento dei bachi da seta. Nel 1929 il Comune di Fiesse cessò di esistere come ente autonomo e fu aggregato al comune di Gambara, per tornare poi come ente autonomo autonomo solo nel 1950.

La lapide a Cavezzo che ricorda l'evento
La lapide a Cavezzo che ricorda l'evento

A Fiesse sono presenti due importanti frazioni: Cavezzo e Cadimarco. La frazione Cavezzo è stata ritenuta secondo alcuni il nucleo originario del comune, e nella zona sarebbero presenti numerosi reperti archeologici. Nella storia recente avvenne qui uno dei più grandi spargimenti di sangue della Seconda guerra mondiale. Mentre a Milano si festeggiava il 25 Aprile 1945 e la Liberazione, la guerra continuava nel basso bresciano. Alle 13:40 del 29 aprile 1945, si verificò uno scontro a fuoco quando i partigiani locali attaccarono una colonna di SS tedesche in ritirata che si era accampata nella località: l’attacco dei partigiani fallì e morirono quindici italiani e trenta tedeschi.

 

A pochi metri dal confine con Asola sorge Cadimarco, frazione che nonostante le dimensioni ridotte ha una vera e propria collezione di ville signorili. La località era inizialmente conosciuta con il nome di “Ca’ di Marco Lodi”. Marco Lodi era un famoso notaio operante a Brescia nel XV secolo che grazie ai proventi della sua professione comprò ed edificò una grande tenuta nella località che prese poi il suo nome. Ad inizio ‘600 è riportata con il nome di “Ca’ di Marco” mentre nell’Ottocento presenta già quello attuale di “Cadimarco”.

(Articolo di Nicola Nardi - Asola Segreta) 

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Commenti: 1
  • #1

    Mary (giovedì, 13 aprile 2023 13:46)

    molto interessante la storia del paese di Fiesse