di Asola Segreta
Chi ha governato l'alto mantovano dal Rinascimento in avanti? I Gonzaga. Ma non quelli di Mantova. Anche se la linea di sangue era la stessa, a un certo punto prende forma una nuova dinastia della casata. Vediamola nel dettaglio.
Nel 1478 morì Ludovico III Gonzaga, il personaggio principale qui ritratto nel famoso affresco del Mantegna nella Camera degli Sposi di Mantova. Il marchese, per evitare l’inizio di una guerra di successione, decise di dividere il territorio tra i figli.
Ai figli non primogeniti della linea cadetta, ossia Rodolfo (in piedi dietro la madre) e Ludovico vennero assegnati Canneto, Redondesco, Ostiano, Castel Goffredo, Castiglione e Solferino. Questi territori facevano parte del cosiddetto “mantovano nuovo” ovvero territori che dopo varie dominazioni ad opera dei Visconti, dei bresciani e dei veneziani, erano infine entrati nell’orbita mantovana nel corso del ‘400. Inizia quindi lo smembramento dello stato gonzaghesco e la creazione di un vero e proprio marchesato semi-indipendente dell’alto mantovano.
Aloisio Gonzaga (1494 - 1549), figlio di Rodolfo Gonzaga, fece di Castel Goffredo capitale di questo marchesato. Qui insediò una vera e propria corte nella quale furono ospiti personaggi illustri come il poeta Pietro Aretino e l’imperatore Carlo V. Oltre alle opere di fortificazione, il suo dominio era simboleggiato dal palazzo Gonzaga-Acerbi che ancora oggi domina piazza Mazzini.
Il marchese dell’alto mantovano, prendendo ad esempio il nonno Ludovico III, decise anche lui di evitare lotte fratricide tra i discendenti e alla sua morte nel 1549 divise i suoi possedimenti tra i figli. Ad Alfonso fu assegnato Castel Goffredo, a Ferrante Castiglione e ad Orazio Solferino. Il già ristretto marchesato dell’alto mantovano venne quindi ulteriormente diviso e quasi ridotto ad una costellazione di città-stato, formalmente indipendenti, ma unite da un vincolo di parentela tra i sovrani oltre che da lunghissime disposizioni testamentarie.
Uno dei tre fratelli, Ferrante di Castiglione, ebbe due figli che entrambi passeranno alla storia: Luigi e Rodolfo di Castiglione. Il primogenito era Luigi Gonzaga, gesuita divenuto successivamente santo per la chiesa cattolica, che però rinunciò al titolo di futuro marchese di Castiglione. Il trono passò quindi al fratello minore Rodolfo (1569 - 1593). Il fratello di San Luigi Gonzaga era tutt’altro che santo. Intelligente ma anche ambizioso, entrò in conflitto con i cugini di Mantova i quali alla morte dello zio Orazio (1587), signore di Solferino, cercavano di riappropriarsi dei territori dell’alto mantovano.
Rodolfo ebbe la meglio e riunì i territori di Solferino e Castiglione. Ma non era abbastanza. Non contento mandò dei sicari per uccidere lo zio Alfonso, signore di Castel Goffredo, che venne assassinato mentre pescava nei pressi della sua corte in località Gambaredolo nel 1592. Era l’apice del potere per lo spregiudicato Rodolfo. Di nuovo l’alto mantovano era riunificato nell’unico marchesato di Castel Goffredo, Castiglione e Solferino. Ma come si sa, sangue genera sangue e solo un anno più tardi venne ucciso a colpi di archibugio mentre si recava a messa di fronte alla chiesa di Sant’Erasmo. Con la morte di Rodolfo il territorio di Castel Goffredo tornò definitivamente ai “cugini” di Mantova nel 1603. Sorti diverse toccarono invece ai territori di Castiglione e Solferino, che continuarono la loro autonomia fino all’avvento del dominio austriaco nel 1707.
Infine, queste vicende dimostrano come di fatto l'alto mantovano ha seguito, per un lungo periodo, una storia separata dal restante territorio mantovano: i territori di Castiglione, Castel Goffredo e Solferino seguirono le sorti di dinastie locali, che sebbene imparentate, erano comunque distinte da quella principale dei Gonzaga di Mantova. Questo discorso vale anche il restante alto mantovano corrispondente alla quadra di Asola, che fu per secoli dominio veneziano.
(Nicola Nardi - Asola Segreta)
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