di Asola Segreta
Casalmoro - È celebrata da più di due secoli, ma perché si chiama sagra della Pollastrella? Secondo una prima ipotesi il nome della manifestazione verrebbe proprio da un quadro all’interno del santuario della Madonna del Dosso: si tratta di una copia di fine ‘700 di un'opera del pittore rinascimentale Tiziano Vecellio, “La presentazione di Maria al tempio”.
Nel quadro (ai piedi delle scalinate del tempio) viene raffigurata una venditrice con della merce, tra cui una gallina che, secondo questa ricostruzione, avrebbe dato il nome alla festa. La teoria del quadro spiegherebbe anche il perché la festa patronale sia celebrata il 21 novembre (festa liturgica della presentazione di Maria al tempio) e non il 26 dicembre ovvero il giorno di Santo Stefano protomartire (il vero patrono di Casalmoro).
Una seconda teoria molto più semplice, farebbe derivare "la festa della Pollastrella" dall'elevato consumo di carne durante il festeggiamento, un tempo considerato un vero e proprio lusso che ci si concedeva poche volte all’anno.
Quando è stato costruito il santuario? La chiesa della Madonna del Dosso, oggi in stile neoclassico, è stata costruita nel 1780 e sorge su una collina che fu innalzata con dei riporti di terra. L’obiettivo era di proteggere il nuovo edificio dalle piene del fiume Chiese dato che, prima della costruzione degli argini, le inondazioni arrivavano fino in via Valle Maria.
Le scalinate in origine erano in
cotto e terminavano a coda di rondine. Vennero poi sostituite da scalinate in cemento, mentre la configurazione attuale in marmo risale al 1994.
Ma cosa portò gli abitanti ad intraprendere un’opera tanto lunga e costosa a fine ‘700? La nuova chiesa doveva ospitare e proteggere dalle piene del Chiese l’effige seicentesca della Madonna con bambino, un’opera ricca di leggende popolari, che in origine si trovava in una edicola religiosa lungo la strada per la collina.
Secondo la tradizione che circola a Casalmoro, durante il ‘600 i lavoratori di una fornace, che era nei paraggi, iniziarono ad avere ripetuti problemi con la cottura dei mattoni. Le preghiere all’edicola risolsero i loro problemi e decisero quindi di prelevare l’effige della Madonna e la misero nella chiesa di Santo Stefano.
Nonostante gli spostamenti, per ben tre volte l’immagine fu ritrovata sopra un pioppo vicino dell’edicola da cui proveniva. L’effige, considerata quindi miracolosa, meritava una nuova sistemazione nella nuova chiesa conosciuta oggi come Santuario della Madonna del Dosso. Oltre alla effige seicentesca oggi è anche venerata una statua lignea della madonna con bambino di fine settecento.
La collina però non sarebbe completamente artificiale: si ritiene fosse su un luogo di ritiro per eremiti già durante il medioevo. Inoltre nel 1654, molti anni prima della costruzione del santuario, è già riportata l’esistenza della chiesa di Santa Maria del Dosso.
(Nicola Nardi - Asola Segreta)
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anno 70 (venerdì, 20 novembre 2015 20:24)
Io purtroppo sono andata via del mio paese ma la festa della Madonna del Dosso me l'ha portò sempre nel mio