di Asola Segreta
Asola – Prima sono arrivati i grandi centri commerciali, ora gli e-commerce. Ma nessuno di questi è riuscito a far chiudere uno dei negozi più antichi di tutta la Lombardia: la cappelleria Ziliani.
Secondo i dati del progetto di promozione organizzato dalla Regione lombarda, in provincia di Mantova sono sei i “negozi storici”, tra cui appunto la cappelleria di Asola che ora è gestita da Daniela Magri.
L’attuale proprietaria, al timone della sua attività da 38 anni, rappresenta la quarta generazione di cappellai della sua famiglia. Tutto ha inizio verso la fine dell'Ottocento da con un cannetese di nome Riccardo Ziliani, che da ragazzo viene mandato come garzone di bottega prima nelle cappellerie di Brescia, poi in quelle svizzere e milanesi.
Nel 1893 apre la sua prima bancarella a Milano e negli anni ’20 del Novecento torna nel suo paese natale, Canneto, dove aiutato dalla moglie e dai tre figli apre la sua prima fabbrica di cappelli e berretti, in cui trovano lavoro una ventina di dipendenti.
Il passaggio da cappellificio a cappelleria avviene nel 1927, anno dell'apertura del negozio di cappelli ad Asola. Inizialmente la bottega non si trovava nella posizione attuale, ma alle spalle della statua di Ercole (dove oggi ha sede una banca).
Morto il capostipite Riccardo, l’attività viene divisa tra i figli: lo stabile di Asola passa ad Aleardo Ziliani, nonno dell’attuale proprietaria, e il negozio nel 1940 si sposta nella sede attuale. Daniela ricorda bene il nonno: «Aleardo era un vero cappellaio, un vero sarto del cappello. A lui devo molte delle cose che ho imparato».
Nel 1968 muore Aleardo e dopo una parentesi decennale di continuazione dell’attività da parte della moglie Carlotta Buzzoni, nel 1978 subentra la nipote Daniela che ancora oggi continua la secolare attività di famiglia nata nel lontano 1893.
La storia del suo negozio ripercorre anche la storia della moda e del costume degli italiani. «Negli anni è cambiato anche l’uso che si fa del cappello – dice Daniela - una volta era un vezzo, oggi deve essere utile a chi lo indossa». Daniela ricorda bene gli anni ’70 e la moda dei capelli cotonati con la conseguente crisi che portò al mercato del cappello, ma anche le tendenze più recenti che invece lo hanno rivalutato.
Infine Daniela ha un sogno nel cassetto, covato da almeno 15 anni: «Aprire una catena di cappellerie in qualche città, magari a Brescia».
(Articolo di Nicola Nardi - Asola Segreta)
Scrivi commento