di Asola Segreta
Casaloldo oggi è un tranquillo paese di quasi tremila persone, ma ha un passato medievale sanguinario e guerrafondaio. Vediamolo nel dettaglio.
La storia del paese mantovano è intrecciata con quella del casato dei Casaloldi, potenti ed ambiziosi conti rurali che si vantavano di discendere dal
leggendario guerriero gallo Brenno, anche se realisticamente sono ritenuti di origine alemanna. Sede della famiglia era proprio il piccolo centro di Casaloldo, da cui proviene il
nome della casata.
Espansionisti nel sangue, nel 1121 conquistarono Asola, minacciando i confini della tradizionale nemica Brescia. Nel 1147 i bresciani, dopo aver liberato la cittadina sul Chiese, costrinsero i Casaloldi ad abitare nella loro feudo, per controllarli meglio e frenare il loro espansionismo nell’alto mantovano. Ma nemmeno questo esilio forzato riuscì a frenare i loro complotti e la bramosia di potere, tanto che solo due anni più tardi, sfruttando le ricchezze e il favore di alcuni cittadini, tentarono di impadronirsi di Brescia.
I bresciani riuscirono a malapena a sedare la rivolta ed indignati per l’ennesimo affronto nel 1149 furono costretti a distruggere il castello di Casaloldo dove i Casaloldi si erano rifugiati. Cacciati dal territorio bresciano (il cui confine correva molto più ad est rispetto ad oggi) si trasferirono nel mantovano.
Famiglia ancora potentissima nel ‘200 con Alberto I (1165-1219) e il nipote Alberto II (1230-1288), i Casaloldi ripresero i piani di conquiste. Il primo divenne signore di Brescia nel 1211 mentre il nipote Alberto II divenne invece uno delle persone più potenti di Mantova prima di essere vittima di un raggiro che lo portò all’esilio.
L’episodio è ricordato anche da Dante nella Divina Commedia che parla proprio della “mattìa” dei Casaloldi:
«Già fur le genti sue dentro più spesse / prima che la mattìa da Casalodi / da Pinamonte inganno ricevesse».
(Dante Alighieri, La Divina Commedia, Inferno, Canto XX, 95)
Con la cacciata da Mantova i Casaloldi abbandonarono definitivamente i territori da cui prendevano il nome. Dal XIV secolo Casaloldo non è più quella di un tempo ed i fasti delle guerre e conquiste sono solo un ricordo per il paese mantovano, divenendo al contrario obiettivo delle altre signorie. Tra le battaglie più importanti la battaglia di Casaloldo del 1509 combattuta tra Repubblica di Venezia e i Gonzaga. Perduta la sua potente dinastia, nell’estimo visconteo nel 1385 e nel lungo dominio veneto Casaloldo è citato fra i comuni appartenenti alla Quadra di Asola di cui ne seguì le sorti fino al Risorgimento.
Il castello di Casaloldo è stato più volte ricostruito e distrutto nei secoli. Protetto una volta da due torri ed un castello cinto di fossato, il paese era anche dotato di ponte che Scipione Agnelli nel '600 descrisse simile al ponte di San Giorgio di Mantova. La torre è l’unica superstite agli smantellamenti della fortificazione avvenuti a metà ‘700 e reca murata sulla facciata dell'ingresso un’epigrafe con la data 4 maggio 1437.
(Nicola Nardi - Asola Segreta)
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Stefano Cerini (giovedì, 03 dicembre 2015 21:56)
Scusa Nicola Nardi ..ma se anche Dante nella Divina Commedia riporta il nome della casata come Casalodi. .perché in tutto l'articolo su continua a chiamarli Casaloldi?
Nicola Nardi (venerdì, 04 dicembre 2015 10:42)
Ciao Stefano. Come puoi verificare anche sull'articolo di Wikipedia al rigurado o anche da altre fonti storiche, questa famiglia può essere indifferentemente chiamata Casaloldi, Casalodi, Casaloldo, Gasaloldo. Essendo una dinastia che è esistita per 300-400 anni il cognome stesso può avere subito dei piccoli cambiamenti nel tempo o nelle varie ramificazioni della famiglia. Ho scelto di usare la parola "Casaloldi" perchè la maggiorparte delle fonti contemporanee e antiche che ho usato per scrivere l'articolo utilizzavano principalmente questo cognome.
Massimo Telò (sabato, 05 dicembre 2015 10:30)
Le foto presenti su Wikipedia sono protette da Copyright. Vogliate cortesemente citare l'autore. Grazie.
alpo (sabato, 05 dicembre 2015 10:37)
Grazie per segnalazione Massimo, provvediamo subito
Massimo Telò (sabato, 05 dicembre 2015 14:03)
Grazie Alpo.