Piccole coop per cucitura e confezione

Castel Goffredo – Cooperative della calza formate da venti, trenta, massimo quaranta persone. Sono queste le cifre emerse martedì sera in sala consiliare a Castel Goffredo, durante l'incontro di presentazione del nuovo piano di rilancio della calzetteria.

 

Come anticipato qualche giorno fa, il progetto di reindustrializzazione presentato al Ministero dello sviluppo economico si basa su tre punti: la disponibilità dei lavoratori in mobilità o disoccupati, la possibilità di usare capannoni inutilizzati e l'ok degli imprenditori. Ad ora sembra che il via libera sia arrivato da tutti gli attori in causa, ma come ha detto il sindaco Posenato «abbiamo completato solo la prima parte del nostro percorso».

Sala gremita all'incontro per il rilancio della calzetteria
Sala gremita all'incontro per il rilancio della calzetteria

Quale è il vantaggio che possono portare le cooperative? «Hanno un duplice vantaggio - ha spiegato Alessandro Gallesi di Adici – possono reinserire le persone rimaste senza lavoro e allo stesso tempo recuperare i saperi e le capacità di queste persone».

 

Tra i possibili scenari, si è configurata la possibilità di creare cooperative per i settori quali la cucitura, la confezione e il fissaggio. Infatti i lavoratori di queste categorie sono quelli più vessati nel mondo della calza e sono circa un migliaio le persone rimaste a casa che hanno queste competenze. L'ipotesi è che le cooperative finalizzino e portino a compimento il lavoro delle aziende che producono calze. In quest'ottica dovrebbero sostituirsi ai laboratori (illegali) sparsi qua e là sul territorio. 

 

Difatti uno dei punti comuni emersi nell'incontro è la lotta all'illegalità e alla contraffazione, non solo diretta ai laboratori cinesi, ma anche a quelli italiani. «Se c'è illegalità si spezza la filiera produttiva – ha ricordato la sindacalista Bignotti della Cgil – le cooperative possono funzionare solo se vengono rispettati tre punti: legalità, trasparenza e dignità del lavoro».

Da sinistra: Feudatari della Cisl e il sindaco Posenato
Da sinistra: Feudatari della Cisl e il sindaco Posenato

Tra i temi discussi, anche la scarsa capacità di fare rete e lo spiccato individualismo. «In 34 anni passati a Castel Goffredo ho visto tante aziende chiudere o scindersi – ha detto il sindaco Posenato – ma mai le ho viste fondersi».

 

Martedì sera oltre all'amministrazione comunale castellana, erano presenti i sindaci del circondario, i sindacati (Cgil, Cisl e Uil), la vicepresidente della Provincia di Mantova, i rappresentanti di Confindustria e Confcooperative, il Centro servizi calza e Adici (l'associazione del distretto della calzetteria).

(alpo)

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