Genitori ribadiscono il no alla settimana corta

Fronte scuola – Nell'atteso faccia a faccia di giovedì 18 febbraio con la Provincia di Brescia, i genitori hanno ribadito il loro no alla settimana corta. All'incontro era presente una rappresentanza di genitori di vari istituti bresciani (raccolgono 14 mila studenti) tra cui l'Itis Cerebotani di Lonato. Anche se dal Broletto si sono detti «aperti al confronto» l'intenzione è quella di partire dal prossimo settembre con la settimana corta.

Palazzo Broletto, sede della Provincia (foto Wikipedia)
Palazzo Broletto, sede della Provincia (foto Wikipedia)

Ma qual è il motivo di questa decisione? Secondo la Provincia accorciare la settimana scolastica farebbe risparmiare un milione e mezzo di euro l’anno, fra trasporti e riscaldamento. Questi soldi risparmiati verrebbero reinvestiti per migliorare e sistemare le strutture scolastiche.

Al presidente della Provincia Pier Luigi Mottinelli è stato poi consegnato un documento, con oltre 4 mila firme raccolte lo scorso anno dai genitori bresciani contro la settimana corta.

 

Ma i genitori non ci stanno. «Noi non siamo contrari a prescindere alla settimana corta – dice la delegazione di genitori dell'Itis di Lonato – ma prima di arrivarci bisogna creare i presupposti all'interno della scuola. Va bene guardare al modello europeo, ma noi non abbiamo i servizi che hanno loro. Nell'Itis di Lonato non c'è nemmeno la mensa: cosa vogliamo dare da mangiare ai nostri ragazzi, panini e snack tutti i giorni?».

 

Un altro nodo da sciogliere è quello dei trasporti. «Alcuni studenti devono fare più di un'ora di pullman per tornare a casa e questo ridurrebbe tempo per lo studio individuale - dicono i genitori - Oltre a ciò, calerebbe il tempo da dedicare alle altre attività correlate alla vita di un ragazzo o di una ragazza, ossia quelle sportive, musicali o artistiche».

(alpo)


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