Asola capofila per la caccia alle nutrie

di Giovanni Scipiotti

Dopo l’ok al piano antinutria dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) è arrivata anche l’approvazione dalla Provincia di Mantova. Confermato l’uso della gabbia come metodo principale di eradicazione, perché considerato meno invasivo e più efficace.

Gabbia per nutria
Gabbia per nutria

Asola si pone come capofila di zona per l’erogazione dei corsi di formazione obbligatori alla cattura dei roditori. Il vicesindaco Grandi ha già contattato i sindaci dei comuni di Casalromano, Casaloldo, Piubega, Redondesco, Acquanegra, Gazoldo, Canneto, Casalmoro e Mariana. Il corso sarà gratuito e si svolgerà il 29 febbraio, dalle ore 9 alle 12, nella Sala dei Dieci del Comune di Asola. Ai partecipanti verrà rilasciato un apposito documento e le gabbiette per la cattura. Per la domanda di partecipazione occorre rivolgersi ai rispettivi comuni o alle associazioni sindacali di categoria.

Infatti i proprietari e i conduttori agricoli potranno operare la cattura dell’animale previa registrazione in Provincia e dopo aver frequentato l'apposito corso formativo. Il Consorzio Garda Chiese ha messo a disposizione 300 gabbie per i comuni che ne facessero richiesta. La soppressione del roditore avverrà utilizzando una pistola ad aria compressa o un fucile con potenza limitata. Sono previsti anche interventi più mirati in zone ad alta intensità di presenza della nutria. 


Operatori abilitati e muniti di porto d’armi potranno effettuare delle battute di soppressione dei roditori. L’azione avverrà sotto il coordinamento di un responsabile e in gruppi di non più di 4 persone.

 

Ma la sovrabbondanza di nutrie rappresenta un’emergenza nella nostra zona? «Assolutamente sì - risponde il vicesindaco di Asola e assessore all’ambiente Giorgio Grandi - principalmente per tre motivi: rappresentano un limite per la sicurezza dell’uomo, danneggiando i fossi e creando incidenti; gli argini sono martoriati dalla costruzione delle loro tane; causano ingenti danni alle coltivazioni degli agricoltori».

Un po' di storia. Il nome scientifico del roditore è Myocastor Coypus, ma viene chiamata semplicemente castorino o nutria. L'animale è stato importato dal Sud America negli anni ’50 e da allora si è diffusa a macchia d’olio, anche perché è priva di predatori naturali nel nostro territorio.

Secondo un’analisi della Coldiretti condotta insieme all’Università di Pavia, in Lombardia risulta esserci una nutria ogni 10 persone. Mantova detiene il record negativo con un esemplare ogni 2 abitanti. La più lunga rete idraulica della regione e il forte tasso di umidità hanno reso la nostra provincia l’habitat perfetto per il roditore. Dopo lo stop forzato a causa di un inghippo legislativo, nel 2015 al suo contenimento, gli esemplari sono raddoppiati arrivando a 168mila capi.

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