di Asola Segreta
Canneto sull'Oglio - Da osteria di fiume a rinomato ambiente culinario tra i più importanti e famosi al mondo. Da vent'anni il ristorante "dal Pescatore" ottiene le celebri tre stelle Michelin, il massimo riconoscimento dal gotha delle guide della ristorazione mondiale. Vi siete mai chiesti quale è la storia dietro al locale di Runate?
Facciamo un passo indietro. Nella storia dei fondatori del ristorante, la famiglia Santini, sono presenti due tematiche dell’Italia di inizio ‘900: la Prima guerra mondiale e l’emigrazione italiana nelle Americhe.
Come per molti veterani della Grande guerra si poneva il problema del ritorno alla vita quotidiana: tra questi Antonio Santini, originario di Isola Dovarese, che decise di subentrare nella gestione di un’osteria preesistente a Runate, frazione di Canneto sull’Oglio, aprendo un locale che prese inizialmente il nome di “Vino e Pesce”.
Alberto, discendente della quarta generazione di ristoratori, prova a immaginare perché suo bisnonno ha aperto il ristorante: «Per Antonio gestire un’attività propria, con anche tutti gli impegni e le problematiche che avrebbero potuto comportare, sarebbe stato niente in confronto a tutto ciò che aveva vissuto durante la guerra».
Inizialmente si trattava di gestire un luogo di ritrovo dei contadini, dove si incontravano finiti i lavori nei campi e a cui veniva servito Lambrusco, salumi e la specialità della casa: il pesce di fiume fritto. Antonio, infatti, era un barcaiolo e pescatore del fiume Oglio. Il corso d'acqua gli forniva il pescato necessario da vendere alle cascine del paese e da cucinare per la propria attività, con l’aiuto della moglie.
E fu così che negli anni ‘20 iniziò l’attività di ristorazione di Antonio Santini a cui si aggiunse la moglie Teresa Mazzi, nata in Brasile da emigrati italiani poi rientrati in Italia a Isola Dovarese. Come molti altri nostri connazionali del tempo, la sua famiglia emigrò in Sud America per lavorare nelle piantagioni di caffè: ricordiamo che dal 1884 al 1903 più di un milione di italiani partì per lavorare in Brasile.
Curiosamente, l’osteria riuscì anche a superare le vicende della Seconda guerra mondiale senza chiudere un solo giorno e nel 1952 Giovanni, figlio di Antonio, si sposò con Bruna Rubes, figlia di agricoltori originari di Asola.
Nel 1960 il locale cambiò nome in quello attuale: “dal Pescatore”.
Ma oltre al nome, quando è avvenuta la trasformazione nel ristorante come lo conosciamo oggi? «Sicuramente negli anni ’50 - spiega Alberto - quando nonna Bruna iniziò a proporre piatti tradizionali che faceva già in casa, come pasta fresca e risotti, ma non vi sono mai stati cambiamenti repentini o pianificati. Da sempre ogni decisione è stata presa in un’atmosfera familiare, magari durante semplici chiacchierate a tavola».
Molte innovazioni arrivarono anche negli anni ’70 quando entrò in cucina la terza generazione di ristoratori della famiglia con Antonio Santini e la moglie Nadia (di origini vicentine). I due intrapresero dei viaggi in Francia al fine di apprendere l’arte dai grandi ristoranti senza dimenticare il cuore mantovano e italiano della propria cucina.
Anche il numero di dipendenti è aumentato negli anni: dalla gestione familiare iniziale di marito e moglie negli anni ’20, oggi il ristorante dà lavoro ad una ventina di persone senza contare inoltre l’indotto che ruota intorno all’attività.
Molto è cambiato, quindi, da quando l’osteria “Vino e Pesce” aprì nel lontano 1926. Oggi la famiglia Santini, giunta nel 2014 alla quinta generazione di ristoratori, è pronta ad affrontare con rinnovata forza tutte le sfide del nuovo millennio.
(Articolo di Nicola Nardi del blog Asola Segreta)
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Alessandra Zaltieri (sabato, 12 marzo 2016 17:08)
Bella cronistoria.. Ben fatta!