E sono già 20 anni di tortello amaro

di Asola Segreta

Castel Goffredo - Erba amara, erba di san Pietro, menta romana, erba della madonna. Tutti nomi che indicano la stessa pianta: la Balsamita Major, originaria dell’Asia occidentale, ma oggi presente un po’ ovunque in Europa. Oggi questa pianta è indissolubilmente legata a Castel Goffredo, città del tortello amaro, che ne ha fatto un simbolo della propria cucina. Solo nella cittadina mantovana questa erba è da sempre usata in ambito culinario per vari piatti e questo rappresenta un unicum in tutta Italia.

Il tortello amaro
Il tortello amaro

 Ma quando arriva l’erba amara a Castel Goffredo? I documenti riportano la coltivazione dell’erba amara nel giardino di palazzo Gonzaga – Acerbi già dal ‘500, dove probabilmente la servitù dei signori locali utilizzava questo ingrediente da servire nei loro piatti.

Difficile invece dare una data di nascita del tortello amaro, per un semplice motivo: da tempo immemore è sempre comparso sulle tavole del paese e la ricetta si è sempre tramandata di generazione in generazione. Utilizzo che scompariva bruscamente allontanandosi di pochi chilometri dal territorio della cittadina. Le anziane massaie del paese raccontano di averla imparata dai propri genitori, ed i genitori dai loro genitori stessi. «Si trattava comunque di un piatto povero. L’impasto di quei tempi conteneva probabilmente poco formaggio e più erbette» racconta Luciana Corresini, una dei principali promotori di questo piatto.

Da cittadina della calza, a cittadina del tortello
Da cittadina della calza, a cittadina del tortello

Queste notizie possono però portare ad una conclusione: i tortelli alle erbe amare sono i veri tortelli autoctoni della zona, forse più dei loro cugini alla zucca. L’erba amara, originaria dell’Asia occidentale, era presente in Europa quantomeno da Carlo Magno (742 – 814 d.c.) che ne ordinò la coltivazione come surrogato del luppolo. La zucca comune sulle nostre tavole come la conosciamo oggi, è originaria invece del Nord America ed arrivò negli orti europei non prima del XVI secolo. I tortelli amari sarebbero quindi verosimilmente potuti comparire sulle nostre tavole molto prima di quelli alla zucca.

Questo piatto tradizionale rischiava però di scomparire, tanto che circa trenta anni fa molte famiglie ne avevano dimenticato la ricetta. Fu così che quasi per gioco «con una decisione presa davanti ad una tazza di tè tra amiche -  racconta Luciana Corresini -  nel 1996 a Castel Goffredo si decise di organizzare la prima festa del tortello amaro. Si rese però necessario standardizzare la ricetta tra le tante più o meno simili tramandate, e tra queste venne scelta quella di nonna Ida Favalli».

Molto è cambiato da quella prima festa che quest’anno si appresta a celebrare il ventennale dalla sua fondazione: per dare qualche cifra ci basti dire che all’ultima festa è stata venduta quasi una tonnellata di tortelli. Si può parlare di Castel Goffredo come vero e proprio modello di promozione dei piatti tipici locali, in grado di dare uno slancio alle economie dei paesi, grazie al turismo (enogastronomico e non) che ne deriva. Oggi è presente anche un laboratorio del tortello che fornisce i ristoranti “anche fuori le mura”. Numerose sono state infatti le trasferte della Pro Loco di Castel Goffredo che si è fatta più volte ambasciatrice del gusto castellano e mantovano anche in ambito internazionale.

Da ultimo ricordiamo il riconoscimento nel 2006 da parte della Regione Lombardia della denominazione di “piatto tipico regionale”. Per maggiori info: sito web Pro Loco di Castel Goffredo | Ufficio turistico Terre dell'alto mantovano

 (Articolo di Nicola Nardi - Clicca qui per seguire la pagina facebook di Asola Segreta)

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